SatirA
Riflettere, non ridere
«Ingiuriare i mascalzoni con la satira è cosa nobile. A ben vedere significa onorare gli onesti.» – Aristofane
2013 >
Autodesk SketchBook Pro, Adobe Photoshop
8k pixel circa, 300 dpi
Allo starmene zitto ho sempre preferito il dire la mia, soprattutto sui tempi che riguardano i diritti civili. Il mio Parolibero è espressione di questo. Ma prima di piazzarmi una telecamera in faccia e pubblicare video sulla vita, l'universo e tutto quanto, facevo disegni (e faccio tutt'ora) piuttosto violenti, per usare un eufemismo.
Perché l'illustrazione è un mezzo di comunicazione unico. È un po' come la fotografia, nel senso che devi far passare un messaggio con un'immagine statica. Ma a differenza della fotografia, per quanto un fotografo possa permettersi di apparecchiare set da paura (mi viene in mente David LaChapelle), in un'illustrazione puoi fare quello che vuoi, disegnarci chi e cosa ti pare, come ti pare e piace, senza limiti. Talento a parte, s'intende.
Di seguito pubblico alcune mie illustrazioni satiriche, tra le più «moderate», per così dire. Questo perché ritengo che che nessuno sia pronto a vedere certi miei lavori senza fraintenderne il contenuto e senza sprecarsi in vacui pregiudizi. Perciò sì, mi auto-censuro. Che è sempre meglio che farsi censurare. E un giorno, magari, quando vedrò che il vento del dito puntato sarà cessato, forse pubblicherò anche le illustrazioni più feroci. E prima di spulciare la gallery, tieni a mente che il compito della satira non è far ridere, ma far riflettere.
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