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Immagine del redattoreElia Cristofoli

DJI AVATA è l'FPV per tutti? Nì



È vero che anche chi non ha mai preso in mano un drone in vita sua può pilotare l'Avata, il nuovo arrivato in casa DJI?

Stando a quanto si dice in giro, parrebbe di sì. Ma la risposta esatta è NO! Al massimo un fastidioso , ma non certo un sì. Certo, il nuovissimo Motion Controller (una specie di cloche degli aerei) consente di pilotare il drone in maniera intuitiva, rispetto alle macchinose manovre di un qualsiasi radiocomando FPV. Ciononostante, non darei mai in mano il mio Motion Controller a chi non ha mai fatto un po' di pratica, sia col simulatore virtuale, sia col drone stesso (preferibilmente non il mio). Perché basta ruotare scorrettamente il polso o premere il pulsante sbagliato per... Insomma, ci siamo capiti. 😐

L'intuito è un elemento molto utile. Ma la pratica lo è di più! Basti pensare che anche ai più esperti dronisti FPV capita di schiantare droni a destra e a manca. Figuriamoci noi pivelli!


Io mentre mi immergo negli scenari circostanti



Ma cos'è un drone FPV?


FPV sta per first person view, vista in prima persona, la stessa terminologia dei videogame, per intenderci. In gergo cinematografico sarebbe la soggettiva, vale a dire quando la camera riprende ciò che vede il soggetto.


Sostanzialmente, la differenza è la seguente. I droni normali, per così dire, si pilotano con un radiocomando, guardando sia sullo schermo, dove vediamo ciò che la telecamera sta riprendendo, sia il drone stesso, lassù in cielo, onde evitare che si schianti. I droni FPV, invece, si pilotano indossando degli speciali visori, che ci proiettano in un'esperienza di volo completamente immersiva, come fossimo noi stessi il drone. Questo ci consente di azzardare di più, rispetto al pilotaggio a vista.

Tuttavia, con il visore sugli occhi e concentrati nel pilotaggio, non possiamo tenere d'occhio il drone: per questo motivo, per legge, il pilota FPV dovrebbe sempre essere accompagnato da un assistente, il cui compito è appunto "guardare il drone" – per quanto possibile, dato che i droni FPV sono fatti per infilarsi dappertutto... 😜

Inoltre, occorre sottolineare che, nei droni FPV, la modalità di volo è completamente diversa e di conseguenza i comandi delle levette reagiscono in tutt'altro modo. Insomma, i droni FPV sono tutta un'altra storia!


Passare sotto un ponte? Niente di più semplice con DJI Avata (velocizzazioni realizzate in post-produzione) .





DJI Avata è una figata pazzesca! La qualità dei visori è altissima e nitidissima. Anche perché sono riusciti a farci stare due Oled Full HD, uno per occhio. Il Motion Controller, come detto, è molto intuitivo ed è un vero sballo, ma ci consente di volare in solo due modalità:

N (normale), modalità morbida e lenta, circa i 30 kmh

S (sport), modalità decisamente più scattante e reattiva, circa i 55 kmh.

I piloti FPV più incarogniti non prendono nemmeno in considerazione la modalità N, a loro interessa solo la velocità e infilarsi in quanti più buchi possibile. Eppure, in modalità N possiamo realizzare riprese di grande effetto cinematografico.

Per volare in modalità M (manuale, ossia in acro), occorre usare il radiocomando, perché col Motion Controller è impossibile realizzare certe acrobazie. Ma col radiocomando, tutte le funzioni vengono sbloccate, e Avata può finalmente raggiungere i 100 kmh. 😍

Attenzione: la modalità acro è roba per gente che ha alle spalle centinaia di ore di volo e decine di droni frantumati. I non ho né le une, né gli altri. Ne riparleremo l'anno prossimo, una cosa per volta... 😅


Passare tra le fronde degli alberi: certo che sì, ma coi sudorini...


Avata è piuttosto robusto, proprio come descritto nella presentazione ufficiale di DJI. Le eliche sono protette di default da una struttura piuttosto solida, e se prendi contro un muro, il drone rimbalza all'indietro e rimane in volo stazionario. Anche il freno di emergenza è una bella trovata: ma se stai andando a palla, devi frenare una trentina metri prima, altrimenti ciao Avy... Infine, se lo fai precipitare a terra e si rovescia, la cosiddetta modalità tartaruga lo raddrizza e lo rimettere in volo. Insomma, il Top!


Il mio primo crash. Danni: nessuno.


La telecamera ha un ottimo sensore da 1/1.7", 4K a 60 fps e un meraviglioso 2,7 K a 100 fps. Una gioia per gli occhi e per il montaggio video. Anche se, a dirla proprio tutta, la GoPro Hero 11 rimane ancora la miglior comare per le riprese in FPV. Per questo ho acquistato su Aliexpress (certe cose si trovano solo lì) una speciale giuntura proprio per GoPro, da agganciare sul dorso del drone. Ovviamente, le prestazioni ne risentiranno, ma in compenso la qualità video si eleverà considerevolmente. E potrò fare riprese all'indietro...





Quanto costa DJI Avata?


La combo completa (drone, visore e controller) costa circa 1.500 €, senza contare la DJI Care (altre due foglie) e l'eventuale radiocomando FPV (un'altra foglia e mezza). Il solo drone costa circa 600 €.

Per i più profani, potrebbe sembrare caro. Eppure, questo prezzo è pressappoco lo stesso che andremmo a spendere per un comunissimo drone FPV, tra visore, radiocomando, batterie e tutto l'ambaradan. DJI Avata è semplicemente tutto in uno e questo garantisce una certa affidabilità anche a chi è alle prime armi, come me. Senza contare la qualità certificata DJI, un po' come dire Apple. Beh, più o meno, ma non ho intenzione di avviare rogne, perciò la finisco qui. 😅


DJI Avata è anche molto carino!

Serve il patentino?


La legge parla chiaro: il patentino è necessario per pilotare tutti i droni che pesano dai 250 grammi in su, senza alcuna distinzione sull'uso che se ne fa, per lavoro o mero svago. Fine della storia.

Pena, un anno di reclusione e una multa di oltre 1.000 €. Magari non ti arrestano, a meno che la tua fedina penale non sia già imbrattata da reati multipli aggravati. Ma le multe le danno sempre molto volentieri. Quindi, occhio! 😳

Gli unici droni a non necessitare di patentino, sono quelli al di sotto dei 250 grammi e privi di telecamera (sapete, la privacy...), i giocattoli per intenderci. Per tutti gli altri, il minimo richiesto è il patentino EASA (European Union Aviation Safety Agency) per le open sub category A1/A3.


Serve anche l'assicurazione?


Assolutamente sì! La RC è obbligatoria per tutti i droni suddetti. Pena, multe salatissime, che partono dai 30 mila fino a raggiungere anche i 100 mila Euro. Sì, avete letto bene, centomila Euro. A Verona hanno già sanzionato più di qualche sprovveduto. E diciamocelo, una multa del genere, a meno che tu non sia milionario, ti rovina la vita. 😭

Troppo salate? Forse. Ma occorre tenere a mente che stiamo parlando di un aeromobile radiocomandato che vola sopra le nostre teste. E occorre chiedersi: e se si schiantasse su una macchina in corsa? E se precipitasse in testa a qualcuno? Magari a un bambino? Cioè, è proprio il caso di dire «fly down»...


E tu Elia, ce l'hai il patentino?


Ovviamente! L'ho conseguito quest'anno, e tutti i miei droni sono regolarmente registrati e assicurati. Anche perché, senza il patentino, non potrei nemmeno chiedere autorizzazioni per volare in zone soggette a restrizioni. Invece, ora posso perlomeno fare domanda. Che non significa ottenere automaticamente il permesso. Ma senza dubbio le probabilità di ottenerlo si ampliano significativamente. Se non sei patentato, non puoi manco chiedere, e se provassi comunque a volare in zone interdette (troppe), il tuo drone verrebbe fatto atterrare forzatamente. Una vera seccatura!



Per chiudere, pilotare questo drone è davvero appagante. Ma per farlo in maniera corretta, occorre sbrigare un po' di burocrazia (un po' tanta a parer mio) e seguire scrupolosamente il regolamento europeo, con la speranza che se lo studino anche tutti gli uffici comunali, perché spesso e volentieri incontro solo giganteschi «boh!».


Da Solingo è tutto, mi raccomando, volate con prudenza!

Elia


 

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