AUTOBIO
La biografia ufficiale autorizzata da me medesimo naturalmente priva di tutto ciò che non si deve assolutamente sapere
ATTENZIONE: LEGGERE ATTENTAMENTE LE AVVERTENZE
Secondo le leggi della comunicazione online, le biografie sono pressoché inutili, sia perché rappresentano una mera autocelebrazione, sia perché – diciamocelo – sono una gigantesca rottura di palle. Tuttavia, questo è il mio sito personale, e questo lo rende la location ideale in cui piazzare info personali. Inoltre, i testi che seguono sono stati progettati attorno a specifiche parole chiave, con los copo di intensificare il SEO organico. Ergo, non conta che leggiate o no. D'altronde, se optaste per non farlo, vi perdereste lo spettacolo d'arte varia di questa spassosa ricostruzione storica.
Ossequi.
Così, dal nulla, si aprì uno squarcio nel buio e una luce abbagliante invase il mio piccolo spazio vitale. È la fine, pensai. E ne ebbi la certezza quando dalla fessura entrarono una decina di tentacoli rosa che mi avvinghiarono e mi trascinarono verso quella che doveva essere un’altra dimensione. Quando oltrepassai il varco, tutto attorno mutò. La luce era così invasiva che dovetti strizzare gli occhi per non bruciarmeli. Ma la cosa che mi terrorizzò per davvero fu la sensazione di non galleggiare più. Mi sentivo improvvisamente pesante, sporco, appiccicoso, uno schifo.
Ero appena nato.
1979 - Come tutto ebbe inizio
Nel corso dei mesi, dovetti arrendermi all'inevitabile imposizione di respirare aria. Ma la cosa più difficile era la continua lotta contro la forza di gravità. Non faceva che farmi cadere. Ma un bel giorno, anche se non ho mai capito come, la sconfissi, e imparai a camminare. Preparatevi umani, pensai, perché Elia è finalmente pronto a... beh, all'asilo.
1982-1985 - Le mie prigioni
Attenti umani grandi, sono armato.
Così, nonostante la mia giovane età, venni rinchiuso per tre anni in un carcere di massima sicurezza, piantonato da guardie in nero con una strana bandana in testa e un singolare amuleto al collo, dove si distingueva chiaramente un tizio dai capelli lunghi inchiodato a braccia aperte. Credevo fosse una sorta di monito per noi detenuti, la fine che facevi se diventavi un capellone. Poi le guardie iniziarono a spiegarci cosa significasse per davvero. Era una storia di sangue e morte. Mi piacciono le storie di sangue e morte.
A quel punto, la guardia Ines, a cui stavo particolarmente simpatico, mi concesse un privilegio che mi costò l'isolamento dagli altri prigionieri. Ma per sapere come una suora mi insegnò a disegnare, vi rimando a questo post di godibile lettura, intitolato appunto: come una suora mi insegnò a disegnare.
La mitologica Suor Ines
Elia durante le elementari, quando tutti credevano che fossi solo un bambino carino con la faccia da furbetto. 😎
1985-1993 - Il lungo addestramento
Dopo tre anni, venni finalmente trasferito in una struttura più leggera, la scuola elementare. Fu in questo luogo che ebbi la prima visione del mio futuro. Dopo aver visto Indiana Jones e i Predatori dell'Arca Perduta di Sua Maestà Steven Spielberg, mi dissi: da grande voglio fare il regista, qualsiasi cosa sia.
L'indole da capetto era già in corso: organizzavo le battaglie con i miei alleati e contro i nostri nemici. In pratica, ci trovavamo fuori dalle scuole e iniziavamo a combattere con le cerbottane fino all'ultimo sangue. In qualità di capo dei buoni, avevo ideato un piano per averla sempre vinta: nelle punte delle pirole (dardi realizzati con strisce di carta) infilavamo spilli e chiodi. A ripensarci, non era propriamente una cosa da buoni, ma il fine giustifica i mezzi, dovevamo sconfiggere i nemici, per salvaguardare la libertà, e cose così.
Ma la pacchia non durò a lungo. Perché dopo aver conquistato il diploma, venni "premiato" con altri tre anni di penitenziario, ben peggiore dell'asilo. Erano le famigerate scuole medie, dove la tirannia degli insegnanti non era inferiore al bullismo degli studenti.
Il primo anno venivamo presi di mira da quelli di seconda. Il secondo anno eravamo noi a prendere di mira quelli del primo. Il terzo, temprati dai due anni precedenti, avevamo ormai perso ogni umanità, e ci eravamo trasformati negli stessi aguzzini che ci avevano vessati i due anni precedenti. Lo chiamavamo nonnismo, ma non ho mai capito perché, mica eravamo nonni!
Si capisce il trauma della prima media dalla mia prima polsiera col teschio. 🤣
Già da bambino volevo fare il "regista", anche se non sapevo cosa volesse dire...
Elia orgogliosamente sulla sua BMX, metà anni '80...
Stavo giusto pensando come conquistare il mondo...
Stavo studiando la mappa della città, per poterla conquistare meglio, si capisce.
Alle elementari mi era venuta la mania della scienza...