Zombificazione
- Elia Cristofoli
- 22 apr
- Tempo di lettura: 2 min
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Ecco un esercizio di immaginazione che chiunque può applicare ai propri sketch quotidiani, a prescindere dall’età, dal livello di disegno, o dallo stile. A meno che non siate degli iperrealisti, in tal caso non vi si confà.
Dunque, la zombificazione – termine grossolano ma di facile comprensione – non è un semplice esercizio di immaginazione, perché la sua pratica vanta una duplice funzione, vale a dire, stimolare la fantasia, costringendola a fondersi con la realtà visiva, e, ovviamente, allenare la mano, che qualsiasi cosa essa disegni, male non fa.
Il concetto sta proprio nel reinterpretare uno o più soggetti in versione zombie, appunto. E cosa c’è di più divertente di zombificare vermi vanagloriosi che se ne stanno sempre in tv col dito alzato a decidere dei nostri destini, anche a costo di spedirci tutti quanti a morire al fronte pur di soddisfare i loro capricci arrivisti? Beh, a dirla proprio tutta, ce ne sarebbero di cose più divertenti da fare, ma cosa posso dirvi, quella sera è andata così!
Ah, prima di partire con la lista della spesa, metto le mani avanti dichiarando che non sono un ritrattista. Inoltre, zombificando i soggetti, la somiglianza è destinata a scemare ulteriormente, perciò se capite chi sono, bene, altrimenti stigrandissimicaxxi!

Per chiudere, questa tavola è costituita da sketch di primi piani di dimensioni variabili e ammucchiati gli uni sugli altri, un po’ come nelle locandine cinematografiche per intenderci. Se l’avete notato, tutti questi tizi rappresentano imperi dalle diverse forme di governo, ma con gli stessi obbiettivi, ossia ostacolarsi a vicenda per primeggiare – beh, a parte un paio, che non rappresentano imperi, ma ci stanno nell’insieme, e comunque sono io che disegno e faccio quello che voglio!
Ho chiesto ai follower di moderarsi nei commenti e di prendere questa tavola per ciò che è, un semplice esercizio di disegno e di immaginazione. Perché sarà pure una magra consolazione, ma in un mondo in cui il pensiero critico sembra ormai un vago ricordo e in cui, per un motivo o per l’altro, l’autoritarismo si impone sempre di più, almeno l’immaginazione rimane un baluardo di libertà, dove i nostri pensieri sono liberi di scorrazzare senza limiti, senza pregiudizi, senza censure, alla facciazza di chi vorrebbe manipolarci per fini dei quali non ci frega una cippa!
Ossequi, miei graditissimi pensatori liberi,
buiooo...