Sadako e le mille gru di carta
art video
LOGOS
Come nasce il «Progetto Sadako»
Non è da me girare scene di balletti. Eppure, per questo video musicale ci vedevo un balletto classico, qualcosa di bello e malinconico al tempo stesso, di allegorico, senza una storia ben definita. Per una volta, non volevo girare un semplice video musicale, ma un videoclip di video art, per gridare il nostro dissenso contro il più grande male del genere umano, la guerra.
In pratica
Nella seconda metà del 2019, mi chiama Claudio (tastierista) e mi spiazza in questo modo:
– Siamo una band prog.
– Prog? – ribadisco io, – Seriamente?
Naturalmente, scherzavo sul fatto che per suonare prog, oltre a una buona dose di tecnica e di cultura musicale, occorresse anche tanto, ma tanto coraggio. Si tratta di un genere piuttosto datato, lontano anni luce dalla gioventù di oggi, ascoltato da una ristretta nicchia di persone. Ciononostante, la cosa mi solletica e decido di ascoltarli...
Sopra, Anna Jin, piccola attrice di soli 10 anni, sul set di Sadako.
Il concept
Al primo incontro, i membri della band mi raccontano la loro storia. Ma ciò che cattura maggiormente la mia attenzione è il concept dietro al loro album, vale a dire la storia di Sadako Sasaki, bambina che scampò all'olocausto nucleare del 1945 a Hiroshima.
Una storia amara e dolce al tempo stesso. Mi raccontano che la loro band va forte in Giappone, dove in effetti ci sono un sacco di fan del progressive. Inoltre, mi dicono di avere una mezza parola col Museo della Pace di Hiroshima per proiettare un potenziale video su Sadako. E mentre me lo dicono, mi viene l'idea...
Io con una gru di carta, simbolo del concept.
La storia di Sadako Sasaki
Sadako aveva poco più di due anni e stava giocando con il fratellino in un parco. All'improvviso, vennero spazzati via dall'onda d'urto della bomba nucleare che gli americani sganciarono su Hiroshima nell'agosto del 1945. La piccola Sadako fu più "fortunata" delle migliaia di persone che persero la vita in quegli interminabili istanti. Nel senso che visse per altri dieci anni, prima di morire di leucemia...
Ma durante gli anni in ospedale, Sadako compì un'impresa che la innalzò a simbolo della pace. Leggenda voleva che chiunque fosse riuscito a realizzare mille gru di origami, potesse esprimere un desiderio. Sadako continuò a costruirne, giorno e notte, e tutti i presenti la aiutavano, le stesse infermiere le procuravano scartoffie e scatolette di medicinali, pur di non spegnere quella luce di speranza. Non è dato sapersi se ne realizzò davvero mille, ma il suo desiderio fu la pace nel mondo. Desiderio non propriamente esaudito, ma Sadako divenne comunque il simbolo della pace.
Il monumento della pace di Hiroshima è dedicato proprio a lei, porta una targa che recita:
«Questo è il tuo pianto. La nostra preghiera.
Pace nel mondo»
È una meta turistica "obbligata" per i giapponesi. Sovente, i bambini che passano di lì lasciano una gru di carta in suo onore. A volte la statua viene completamente ricoperta (guardatevi le foto su Google). La stessa cosa accade a Seattle, nello stato di Washington, dove capeggia una statua pressoché identica.
Un aneddoto... horror 😱
In questa foto, mi hanno immortalato mentre gioisco per un avvenimento che ci ha lasciati tutti esterrefatti. Stiamo girando la scena in cui Gaia cade a terra durante il balletto e dietro appare la nostra Sadako. Gaia è in posizione, in primo piano, accasciata a terra, mentre la piccola Anna è nascosta dietro a un volto, pronta a entrare in scena al mio «azione». Tuttavia, a causa dei tempi tecnici del set, il mio ordine tarda ad arrivare, ed Anna, che ha 10 anni e di stare ferma non ci pensa minimamente, decide di stiracchiarsi in una maniera tutta sua, lasciandoci tutti basiti.
Diciamo che non ci ho pensato due volte per approfittarne e girare la scena che potete vedere di seguito, anche se non c'entra nulla col video. Perché il set è anche questo, saper cogliere l'attimo...
😏
Il Forte
Santa Viola
Una location unica
Il Forte Santa Viola è un complesso militare situato sulla cima del monte omonimo, nel comune di Azzago (Grezzana, Verona). Si tratta di un forte che non ha mai sparato un colpo. Lasciato in stato di rudere per decenni, è stato restaurato e rimesso a nuovo negli ultimi anni. Ora è un gioiello, con tanto di acqua, gas, impianto elettrico e cablatura per internet. Purtroppo, a causa di "forze maggiori", per così dire, è rimasto comunque in disuso e metterci le mani per realizzare eventi culturali è davvero difficile. A me l'ha concesso il Comune di Grezzana con l'intercessione di Leonardo Belloni del Comitato Santa Viola, che si occupa della celebre festa estiva. Ringrazio ancora vivamente per la splendida location e per la disponibilità. Gli scatti di seguito sono il mio primo sopralluogo, guardate che roba!
😍
2020, Solingo Productions
Written, directed and edited by Elia Cristofoli
Concept: Marica Fasoli
Marica Fasoli: origami artist
Matteo Chiarini: director of photography/colorist
Paolo Concari: videographer/colorist
Andrea Moserle: videographer
Ilaria Samorè: assistant
Elena Quintarelli: make-up
Marianna Bellamoli: casting
Chiara Bongiorno: choreographer
Alessandra Perbellini: assistant
Dania Marastoni: assistant
Gaia Bissaro: dancer
Anna Jin: Sadako
Luca Zerman: keyboards, voice
Claudio Antolini: piano
Fabio Gaspari: bass, voice
Alessandro Perbellini: drums
Elia Cristofoli, regista e/o videomaker